Eleonora Cecere, ex stellina di Non è la Rai, mitico programma di Gianni Boncompagni, oggi di lavoro fa la vigilantes. Quella di Eleonora Cecere è stata una carriera nel mondo dello spettacolo che è iniziata quando era bambina, ben prima di entrare a “Non è la Rai”.
NON E' LA RAI, ELEONORA CECERE: "OGGI FACCIO LA VIGILANTES"
Eleonora Cecere dopo “Non è la Rai” e 37 anni nel mondo dello spettacolo fa la vigilantes: “Oggi faccio la vigilantes – ha spiegato ai microfoni di Rai Radio2 durante la trasmissione "I Lunatici" - con una società a cui tengo tantissimo. Una società che mi ha accolto a braccia aperte. Con questa pandemia il lavoro dello spettacolo si è fermato, bloccato. Ho una famiglia, due bambine, un marito, ho deciso di dare una mano a mio marito, di aiutarlo, non potevo stare ferma. Sono fiera di raccontare la mia storia, bisogna rimboccarsi le maniche, darsi da fare”.
La sua ambizione è il teatro, ma i tempi sono difficili: “Ho mandato tantissimi curricula, questa società mi ha risposto, mi ha accolto, e faccio un lavoro che mi piace moltissimo. Sono a contatto con le persone, cerco sempre di strappargli un sorriso, soprattutto alle persone anziane. Questa per me è una grandissima soddisfazione. Non ho abbandonato la mia ambizione, il teatro, il cinema e ciò che ci gira attorno, se un giorno riusciremo a tornare in teatro, tornerò a lavorarci con grande felicità, ma oggi va così".
Eleonora Cecere comunque non dimentica “Non è la Rai”: “Ci siamo resi conto che se ne sarebbe parlato anche dopo tanti anni solo quando il programma è finito. Lì per lì non ti rendi conto di quello che succede, c'erano centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze che ci aspettavano fuori dagli studi, che aspettavano ore per farsi una foto, che ci si incollavano alle macchine. Queste sensazioni le apprezzi solo dopo, sono bellissime. Ho iniziato a rendermi conto di essere diventata popolare quando la mattina usciva di casa e mi trovavo dei ragazzi che facevano viaggi con i mezzi per venire a vedermi davanti casa. Io e mio padre spesso gli davamo un passaggio e li riaccompagnavamo a casa. E' una sensazione inspiegabile".
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