Selvaggia Lucarelli, complice la vicenda del piccolo Nicola Tanturli scomparso e poi ritrovato al Mugello, su Tpi ha raccontato un episodio molto personale e drammatico della sua infanzia legato a suo fratello, morto poche ore dopo il parto. «Simone, venuto al mondo qualche anno prima di me. Era nato da poco, dormiva nel suo lettino in ostetricia. Secondo la ricostruzione dei miei genitori, un’infermiera uscì forse a fumarsi una sigaretta, lui ebbe un rigurgito. Morì soffocato», racconta Lucarelli nel suo pezzo. La giornalista riflette sul ritrovamento del piccolo scomparso per due notti nelle campagne del Mugello spiegando quanto questa storia abbia colpito non solo lei, ma anche la sua famiglia: «Mio padre è stato molto colpito. Perché 'tutti voi, alla fine, siete dei miracolati', ha detto. Per 'tutti voi' intendeva me e due miei fratelli. Ce ne era anche un altro, di fratello, Simone».
Selvaggia Lucarelli e il fratello morto
«La distrazione, la leggerezza, l’irresponsabilità di un adulto che doveva badare a dei neonati sono costate la vita a un fratello che non ho mai conosciuto. Nonostante tutto, nonostante io e i miei fratelli, invece, si sia usciti da quell’ospedale in perfetta salute e la nostra incolumità da bambini sia dipesa soprattutto da mio padre e da mia madre, papà due giorni fa parlava di noi altri come dei 'miracolati'», continua Lucarelli nel suo pezzo su Tpi.
Per Lucarelli «tutti gli adulti del mondo, investiti del difficile ruolo di prendersi cura di bambini piccoli, hanno vissuto quegli attimi di pre-morte che sono il momento in cui qualcosa è sfuggito alla loro attenzione. Il momento in cui ti volti un attimo e tuo figlio non è più accanto a te. Quello in cui vai a girare il sugo nella pentola e tuo figlio ha avuto il tempo per arrampicarsi da qualche parte».
Per questa ragione, sostiene la Lucarelli, «le polemiche sul piccolo Nicola e la presunta scelleratezza dei suoi genitori definiti 'hippy', 'fricchettoni', 'irresponsabili', 'criminali' da pancine e commentatori vari tra social ed editoriali mi ha colpita molto proprio perché parte da un assunto presuntuoso e illusorio, ovvero quello di avere sempre l’assoluto controllo sui figli». Ma non è così. «Nel caso di Nicola e dei suoi genitori non riesco ad essere severa e definitiva», conclude la Lucarelli.
«Certo, hanno aspettato un tempo infinito prima di chiamare i soccorsi, ma sul perché sia successo non ho dubbi: perché sono genitori. Imperfetti, non più hippy di tanti di noi che inventiamo soluzioni creative per incastrare le nostre vite con quelle dei figli, che i figli li rimbalziamo tra nonni, tate, asili e ci perdiamo pezzi che altri sanno riparare. O che rattoppiamo noi, alla buona, più spesso di quanto vogliamo ammettere», termina la giornalista.
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