«Ho lavorato in uno strip club», racconta Romina Carrisi, figlia di Al Bano e Romina Power. L'ultimogenita della coppia di "Felicità" ha scelto la carriera di attrice cercando di ricalcare le orme dei nonni materni e ha studiato recitazione a Los Angeles. Ha ammesso che proprio in quel periodo ha lavorato in un locale di spogliarelli. Un'esperienza degna di una sceneggiatura.
Romina Carrisi e il lavoro nello strip club
«Non mi sono mai sentita una figlia di papà», spiega in un'intervista al Fatto Quotidiano. La 34enne ha voluto vivere un'esperienza particolare, ma non ne aveva mai parlato prima. Solo adesso ha spiegato cosa ha fatto e perché: «Volevo vivere una straordinaria normalità. Semplicemente avevo bisogno di provare esperienze nuove, di tuffarmi in un mondo completamente sconosciuto. Ho osservato molto, mi sono divertita, ho fatto incontri assurdi».
In California, infatti, ha conosciuto star del cinema: «Ogni tanto arrivava Quentin Tarantino: gli piaceva una ragazza che somigliava molto ad Uma Thurman. Noi cameriere eravamo costrette a dare tutte le mance al manager del locale, un tipo stron*issimo: una sera un cliente iraniano s’innamora di me e mi rifila mance da 100 dollari, così correvo in bagno e m’infilavo di nascosto le banconote negli stivali. A fine serata il capo mi disse: ‘Com’è che non hai tirato su manco dieci dollari?’. Io feci la faccia da svampita e me ne andai soddisfatta, con le banconote nello stivale».
Romina Carrisi e lo studio in America
Romina si è trasferita per un periodo nel Paese della famiglia materna per inseguire un sogno: «Me ne sono andata in America a studiare. Volevo scendere dalle montagne russe, smettere di far parte di un film corale per il quale non avevo fatto nemmeno il provino. Ho capito che l’attenzione morbosa non è un forma d’amore, soprattutto quando il pubblico di terze persone veniva e mi giudicava, mentre io crescevo e mi sentivo sola. Ho studiato quattro anni a Los Angeles recitazione, improvvisazione e scrittura. Sono andata per studiare e preparami e ho capito che mi piace di più stare dall’altra parte delle telecamere: ho fatto anche l’attrice e mi piace stare in scena ma ho compreso che cercavo dei ruoli soprattutto per nascondermi. Oggi, anche grazie alla psicoanalisi, ho trovato la mia dimensione: più che celarmi dentro un personaggio, voglio essere libera di esprimere me stessa».
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