martedì 20 ottobre 2020

L'infermiera di Cremona in diretta con la Clerici: «Tanta paura, ma siamo un po' più forti»

Durante il lockdown la sua fotografia, piegata sul computer, fece il giro del web: lei si chiama Elena Pagliarini, infermiera al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Cremona, e quell'immagine la ricordiamo tutti. Oggi al Quirinale ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'onoreficenza a Cavaliere della Repubblica, e la stessa Elena è intervenuta poi al telefono con Antonella Clerici durante la sua trasmissione È sempre mezzogiorno si è collegata con lei, raccontando di esserle diventata amica.

«È stato un immenso piacere potermi collegare oggi ,durante la diretta di #esempremezzogiorno, con Elena Pagliarini, infermiera al pronto soccorso dell' ospedale "Maggiore" di Cremona - scrive la Clerici in un post su Instagram a corredo del video della telefonata - La foto di lei china e distrutta sul suo computer è diventata uno dei simboli dell' emergenza covid. Oggi al Quirinale ha ricevuto l'onorificenza a Cavaliere della Repubblica. A lei, a tutto il personale medico e paramedico del nostro Paese va il mio più sentito grazie per quello che ogni giorno continuate a fare».

Mattarella, ha raccontato Elena, «mi ha fatto i complimenti che giro a tutto il personale della mia azienda di Cremona e ai miei colleghi del pronto soccorso - le sue parole al telefono con Antonella Clerici - è stata un'emozione indescrivibile». Quella foto «i nostri figli la studieranno sui libri di storia», dice la Clerici. «Riguardandola rivivo ogni minuto di quel periodo, lo sforzo fisico e psicologico mio e dei miei colleghi, e soprattutto la mia malattia, dato che mi sono ammalata anch'io di Covid - continua Elena - ho tanta paura, ma mi sento anche un po' più forte perché abbiamo qualche arma in più contro questa malattia».

"HO PAURA DI RIAMMALARMI" «Ho paura di riammalarmi. Ho paura di riaffrontare di nuovo quello che abbiamo vissuto a marzo. La sola idea mi turba molto, perché negli ospedali abbiamo dato tutto, tutte le nostre forze ed energie, anche se mi sento rassicurata dal fatto che abbiamo accumulato un'esperienza e dovremmo essere più pronti e attrezzati. Per gli italiani mi auguro non si arrivi a un nuovo lockdown, che si pensi anche all'aspetto psicologico ed economico. Sarebbe un dramma», aveva detto ieri all'Adnkronos, il giorno prima di ricevere l'onoreficenza.

Queste settimane in cui i contagi sono in aumento di nuovo in Italia, dopo un'estate di tregua apparente, sono una tempesta di «emozioni» per lei. Pagliarini ha sperimentato anche la malattia in prima persona, con tutti i timori connessi alla scoperta della positività al coronavirus Sars-CoV-2. «Vivo questi giorni un po' sconfortata dal fatto che Covid è ancora presente e si fa sentire parecchio. Mi turba a livello fisico e psicologico. Spero non si torni indietro. Se mi rassicura il fatto che a Cremona vedo oggi una situazione più controllata rispetto al passato, mi proietto su altri ospedali, mi spaventa il fatto che in altre aree si possa vivere quello che abbiamo vissuto noi».

«Quando esprimo le mie paure parlo da persona normale, sperimento i timori di chiunque altro. Dal punto di vista lavorativo mi sento più sicura: conosciamo un pò di più il virus, e anche le persone sono più informate, a livello territoriale i medici di famiglia sono più pronti e attrezzati, ci sono postazioni per i tamponi. Avere un metodo, un piano d'attacco, questo dovrà pur fare la differenza - auspica Pagliarini - Detto questo, è umano avere paura. E preoccupa il pensiero di doverci ributtare in quella dimensione. Mi auguro che né io né altri colleghi ci troviamo a sperimentare momenti così». I giorni bui dello tsunami Covid-19.

Nonostante i pensieri, «che ci sono, e anche io da persona positiva faccio comunque fatica a non lasciarmi andare al pessimismo, spero che non sia necessario entrare in un altro lockdown - incalza l'infermiera dell'ospedale cremonese - Sarebbe la morte totale di tantissime persone. Ho visto molte attività chiudere qui a Cremona, penso all'impatto psicologico, ai drammi di alcuni, ai bimbi a cui stiamo togliendo tanto. Penso anche ai miei familiari. Per esempio mio fratello ha tre figli e non riesco neanche a immaginare se dovesse perdere la sua attività. Nel mio piccolo, io mi ritengo fortunata. Al di là delle difficoltà affrontate, delle discussioni sull'adeguatezza della retribuzione, lavorando nel servizio sanitario nazionale lo stipendio l'ho sempre percepito. Penso invece al piccolo negozietto che deve chiudere».

Da qui l'invito a non mollare con le misure comportamentali anti contagio, dice Pagliarini: «Le norme ci vogliono e non possiamo più vedere gruppi di ragazzi riuniti in piazza, tutti senza mascherina. Le misure vanno osservate in maniera corretta e vanno fatte rispettare, magari potenziando i controlli. Allo stesso tempo, ogni tanto penso anche al premier Conte. C'è molta gente che giudica, ma se dovessi mettermi nei panni di quell'uomo forse io tremerei, sarei morta al secondo Dpcm, è molto difficile gestire una situazione simile. Quell'uomo ha in mano i destini di tanti italiani, ha in mano la sanità pubblica. Lo stimo». Quanto al futuro, conclude Pagliarini, «mi auguro una sola cosa: che finisca tutto per tutti. Il più presto possibile».


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