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martedì 15 settembre 2020

Lapo Elkann, il suo dramma a Verissimo: «La persona a cui ho voluto più bene si è uccisa»

Lapo Elkann, il suo dramma a Verissimo: «La persona a cui ho voluto più bene si è uccisa».  Lapo si confessa nel salotto di Silvia Toffanin toccando aspetti dolorosi della sua vita. Il nipote di Gianni Agnelli ha avuto un'infanzia complicata, segnata dalla dislessia e soprattutto dalle violenze subite quando aveva solo 13 anni. «Sono stato abusato all'età di 13 anni più volte in collegio ed è qualcosa che ha creato confusione nella testa. Ti porta ad andare verso l'autodistruzione e rischia di ammazzarti. Devi accettarlo e andare in profondità. La mia fortuna è che ho una grandissima forza di volontà e sono ipersensibile. Le due cose insieme mi aiutano. Poi con il tempo ho imparato la cosa più importante: accettare se stessi e chiedere aiuto». 

Lapo è riuscito ad affrontare le sue fragilità e a porsi degli obiettivi, mentre il suo migliore amico non ce l'ha fatta: «Il mio migliore amico si è ucciso. Era la persona a cui ho voluto più bene nella mia vita. Era una persona fantastica, fragile, che a differenza mia non ha combattuto i suoi demoni. Nel mio cuore c'è sempre». 

In un periodo complicato come questo, Lapo sente l'esigenza di fare del bene: «Da bambino avevo due sogni, uno era diventare pilota di Formula Uno, e l'altro di cambiare il mondo. Il mio obiettivo è diventare imprenditore della solidarietà. A me aiutare gli altri fa stare meglio che guadagnare soldi. Quello che mi fa felice e vedere gli altri che non possono esserlo diventarlo. Sto vivendo questo periodo con grande preoccupazione. Si vede tanta rabbia, tanta tensione, si vedono persone che pensano che il Covid non esista. Dobbiamo imparare a vivere con il Covid. Invece di farci la guerra, dovremmo lavorare per riportare energia».

E sulla droga ammette: «Le sostanze ti portano solo lontano da chi sei, a perdere te stesso e i tuoi obiettivi. Penso di essermi fatto abbastanza male da solo nella mia vita. Penso che non ci sia niente di più importante dell'amore. 

Infine sulla vita privata: «Ho una fidanzata molto simpatica e diversa da quelle che ho avuto. È una donna molto forte. Le sono grato perché mi aiuta nel lavoro su me stesso e nella ricerca di un equilibrio, ma non è la donna giusta per fare un figlio. Vorrei diventare papà di una bambina, ma ho paura. Non amo i fallimenti, non voglio divorziare. Fare un figlio non è un gioco».

giovedì 16 aprile 2020

Claudia Gerini, l'intervista esclusiva: «Vi racconto come ho passato questi giorni di quarantena»


Claudia Gerini, è passato ormai oltre un mese dalle prime misure di contenimento e distanziamento sociale adottate per contrastare il coronavirus.
L’isolamento in casa è diventata la nostra realtà quotidiana, con che stato d’animo stai vivendo questo periodo?
«In un primo momento la sensazione era di incredulità per quanto di spaventoso stava accadendo nel nostro Paese e per le decisioni adottate dal Governo, nuove per tutti. Poi si è fatta largo la speranza: che questa emergenza sia superata al più presto, soprattutto per tutte le persone colpite, per il Nord Italia e per il Paese intero. Resto però sempre positiva, sfruttiamo al meglio questi momenti».


In che modo? Come sta trascorrendo queste giornate?
«Facendo tante cose, aiuto mia figlia a fare i compiti, noi mamme che lavoriamo siamo sempre tanto prese e finalmente ci possiamo godere di più i figli. Poi faccio un po’ di ginnastica, chiamate con la famiglia, cucino e ho trovato anche il tempo di leggere. Ma questo periodo, che a tratti può nascondere momenti di noia, è anche uno scrigno da cui tirare fuori la nostra creatività: inventiamo giochi e ricette e abbiamo anche dipinto delle magliette. Esco solo per andare a fare la spesa e andare in farmacia. La giornata, alla fine, vola».

Quale sarà la prima cosa che farà una volta finito l’isolamento?
«Mi piacerebbe andare al mare, mi manca tanto il mare, vorrei andare su una bella spiaggia e farmi un tuffo».

Cosa avremo imparato da questo periodo? E di cosa avremo bisogno?
«Avremo imparato che siamo tutti uguali, nessuno è meglio, nessuno è peggio, non c’è ricco, non c’è povero, bianco, giallo, nero. Siamo tutti esseri umani, deboli e bisognosi di solidarietà e di conforto. E avremo un grande bisogno di abbracci».

Un timore o un augurio per il futuro?
«Ci sarà bisogno di una forte ripresa economica e la paura è che rimangano indietro tante famiglie. Speriamo che presto ci si riesca a rimettere in carreggiata. L’augurio è che l’Italia si riprenda più forte di prima. Gli italiani hanno dimostrato un forte patriottismo, le persone si stanno unendo, c’è tanta solidarietà, voglia di stare insieme e di aiutarsi, voglia di condivisione e, soprattutto, di gridare al mondo che l’Italia è un grande Paese».

Un appello ai romani?
«Romani, lo so che Roma è una città di una bellezza struggente ed è impossibile stare lontano da queste strade, da questa luce. Però dobbiamo tenere duro perché al momento l’unico vaccino che abbiamo è restare a casa».