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giovedì 1 luglio 2021

Britney Spears, il giudice respinge il ricorso: resterà sotto la tutela del padre

Il patrimonio della cantante Britney Spears resterà sotto la tutela del padre. Una giudice della Los Angeles Superior Court non ha infatti accolto il ricorso di Britney, una settimana dopo la drammatica testimonianza in aula della popstar americana contro il padre, che lo accusava di abusare della sua tutela, costringendola a ritmi di lavoro estenuanti, ad assumere uno psicofarmaco per il disturbo bipolare, il litio, ed imponendole mezzi di contraccezione per non aver altri figli.

Jamie Spears, che ha la tutela legale della figlia dal 2008 a seguito di una serie di gravi esaurimenti nervosi dell'artista, nei giorni scorsi ha presentato a sua volta richiesta al giudice di «indagare la veridicità delle accuse mosse dalla signora Spears» che lui contesta con forza, affermando solo di avere a cuore il bene della figlia. La giudice Brenda Penny non ha accolto la richiesta della 39enne cantante di estromettere del tutto il padre dalla sua tutela legale, ma ha confermato il ruolo della società di sua fiducia Bessemer Trust di co-tutore.

A seguito della sua testimonianza contro il padre in aula, Spears ha ricevuto attestati di sostegno e solidarietà da diverse celebrità, tra le quali la cantante Christina Aguilera, e della sorella, Jamie Lynn Spears. L'attenzione sul caso è stata aumentata anche dal documentario «Framing Britney Spears» ('Come incastrare Britney Spears'), che ha lanciato sui social il movimento #FreeBritney. «Voglio solo indietro la mia vita, sono passati 13 anni ed ormai è abbastanza», ha detto nella drammatica testimonianza la pop star. «Mi sento bullizzata, messa in disparte e lasciata sola - ha aggiunto - sono stanca di sentirmi sola, mi merito di avere gli stessi diritti delle altre persone, avere un bambino, una famiglia, queste cose e molto altro».

sabato 16 maggio 2020

Venezia, prende un po' di sole in spiaggia e si becca una multa di 400 euro: violata la legge sul Covid

LIDO DI VENEZIA - (L.M.) Prendere il sole in spiaggia non è una necessità indifferibile. Per questo motivo, qualche giorno fa una signora settantenne del Lido è stata multata, mentre stava andando a fare il bagno, e per questo motivo dovrà pagare 400 euro. La sanzione potrà essere ridotta a 280 euro se D.A. la salderà entro 30 giorni senza fare ricorso.


La signora era in spiaggia alle Quattro Fontane quando, poco dopo mezzogiorno, sono arrivati gli agenti della polizia di Stato per un controllo. La pattuglia le ha contestato il fatto che il suo comportamento avrebbe violato l'articolo 1 del Dpcm dello scorso 8 marzo emanato dal premier Conte per l'emergenza coronavirus

La signora ha cercato di spiegare che stava andando a fare il bagno e che l'attività motoria del cammino in spiaggia e del nuoto in mare le era necessaria per la patologia di cui soffre. Ha anche aggiunto che si era seduta in riva solo per qualche minuto perché voleva aspettare l'uscita dall'acqua di un gruppo di persone proprio per evitare gli assembramenti che vengono vietati dal Dpcm. Ma questa giustificazione non le ha evitato il verbale a suo carico. Lei non si è data per vinta e ha ottenuto, dal suo medico di base, un certificato medico che attesta come lei soffra effettivamente di artrite reumatoide e questa patologia le renda necessario il nuoto (le piscine sono tutt'ora chiuse) e le passeggiate. Sulla base di questa documentazione medica presenterà ricorso al Prefetto contro la multa.