L'attrice Francesca Neri, moglie di Claudio Amendola, ospite in esclusiva a Verisismo per parlare del suo libro "Come carne viva", in uscita martedì 5 ottobre, in cui parla della malattia con cui convive da 5 anni. «La mia è una cistite cronica interstiziale» dice l'attrice.
Come anticipato dal marito Amendola, ospite del programma nelle scorse puntate, la Neri ha avuto molto coraggio a mettere nero su bianco. «Molte persone hanno questa malattia - dice l'attrice -, ma se non la vivi in maniera cronica non lo capisci. Da psicosomatica diventa fisica e quindi ti devi confrontare con qualcosa che va davvero curato. La fase acuta è durata 3 anni ed è stato un periodo lungo e molto difficile».
E di lì, tutto quello che per Francesca rappresentava una certezza è stato messo in dubbio: «Rispondevo sempre meno al telefono - racconta l'attrice -, ero sempre più insicura, ho avuto paura di non farcela, di essere andata troppo a fondo e di non riprendermi più. Piano piano ho cominciato a chiudermi e questo mi ha portata anche alla depressione. Ho pensato anche di fare un gesto estremo, perchè era l'unica scappatoia. Ma questo pensiero è durato pochissimo: è un gesto terribile e non posso giudicare chi tenta di farlo o ne parla apertamente».
Francesca racconta di quanto, in questi anni, la parte più difficile è stata pesare sugli altri: «Facevo male a loro, mi sentivo un peso perchè li vedevo soffrire. Avevo perso la lucidità ed, essendo il dolore più sopportabile di notte, inziavo a confondere il giorno per la notte e ho cominciato a vivere al contrario».
Nel libro parla anche del figlio e del marito, in particolare racconta alla Toffanin quando abbiano inciso le loro presenze durante questo percorso: Mio figlio era ancora minorenne all'epoca e si è chiuso. mentre Claudio c'è sempre stato. Lui c'è e c'è sempre stato, anche quando ho temuto non ci fosse, poi l'ho sempre ritrovato. Spero che un giorno rideremo insieme di questi anni e momenti».
Alla domanda della Toffanin su un eventuale ritorno in televisione, la Neri risponde: «Sono cambiate le priorità, ora lavorerà se ci saranno le condizioni. Non lo so, oggi sto bene così. Di quella vita mi manca solo la fase creativa». E conclude: «Adesso mi riconosco».
Nessun commento:
Posta un commento