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mercoledì 26 gennaio 2022

Stupro di Capodanno a Roma, la preside del liceo Aristofane: «La figlia di De Mita offende il Tufello e neppure lo conosce»

"Da noi nascono i fiori". Così Raffaella Giustizieri (a sinistra nella foto sotto), preside del liceo Aristofane, del Tufello, in una lettera aperta difende il quartiere dalle frasi offensive della figlia dell'onorevole Ciriaco De Mita, riportate in un'intervista a "La Repubblica". 

Ecco il testo

“La dirigenza del liceo Aristofane manifesta una grande indignazione in merito a quanto riferito da Antonia De Mita, figlia dell'ex premier Ciriaco, a salvaguardia del nipote coinvolto nella faccenda dello stupro di Capodanno. Le parole utilizzate - mio nipote non è cresciuto al Tufello - sono classiste e offensive per tutti coloro che sono nati, abitano e vivono - come me - il Tufello, quartiere che ha tanto da raccontare: ha tratto dalle sue origini popolari la spinta per crescere e superarsi trasformandosi in laboratorio di innovazione sociale sempre in fermento. Degne di nota sono le attività messe in campo dalle Biblioteche di quartiere, dalla Parrocchia, dalle Associazioni e dai Centri sociali del territorio oltre che dal nostro Liceo che invito a visitare per la sua bellezza di luoghi e studenti. Il nostro Liceo, tra i migliori della città, è frequentato da ragazzi del quartiere (e non solo) e mentre la cronaca dimostra che dai diamanti non nasce niente, da noi con fierezza nascono i fior!"

Raffaella Giustizieri

Preside Liceo Aristofane

martedì 25 febbraio 2020

Harvey Weinstein condannato per stupro e violenza sessuale e arrestato in aula

Harvey Weinstein è stato riconosciuto colpevole e condannato per stupro nei confronti di una donna e violenza sessuale ai danni di un'altra. L'ex produttore di Hollywood, al centro della campagna di accuse di violenze e molestie che ha dato via al movimento del #metoo, è stato però assolto dalle accuse di aggressione sessuale nei confronti di altre due donne, Miriam Haley e Jessica Mann.


Erano in tutto cinque i capi di imputazione contestati a Weinstein. L'accusa di aggressione sessuale, per la quale era stato assolto, era quella che prevedeva la pena più lunga, dai 10 anni all'ergastolo. Mentre per le accuse di stupro e violenza sessuale per le quali è stato condannato rischia una condanna tra i cinque ed i 25 anni. Il processo di fronte alla New York State Supreme Court, che si era aperto all'inizio del mese, a due anni delle inchieste bomba di New York Times e New Yorker che hanno riportato le denunce di decine di donne che accusavano l'allora potentissimo produttore di Hollywood di abusi sessuali, stupro, molestie ed in genere di usare il suo potere nel mondo del cinema per approfittarsi delle giovani donne.

Sono state almeno 100 le donne che hanno accusato Weinstein, che ha 67 anni, ma le accuse che sono state presentate ai 12 giurati di New York erano basate sui casi di due donne, mentre i procuratori hanno portato la testimonianza di altre quattro donne per provare il comportamento predatorio di Weinstein. Subito dopo la lettura del verdetto di condanna, il giudice del tribunale newyorkese ha ordinato la detenzione di Harvey Weinstein senza possibilità di cauzione. L'avvocato Donna Rotunno ha così chiesto gli arresti domiciliari per il 67enne ex produttore cinematografico, citando «lettere dei medici» curanti ed il fatto «che non è stato condannato per le accuse più gravi». Ma il giudice non ha accolto la richiesta e Weinstein è stato ammanettato in aula.

Il giudice ha detto che trasferirà alle autorità carcerarie la richiesta di tenere il detenuto in infermeria fino alla sentenza, fissata per l'11 marzo scorso, in cui verrà annunciata la decisione del giudice sulla pena. In base alle accuse per le quali è stato ritenuto colpevole, Weinstein rischia fino a 25 anni di carcere. Anche oggi, come per le precedenti udienze, Weinstein è arrivato in aula camminando con un deambulatore. I suoi avvocati dicono che è necessario in conseguenza delle ferite riportate durante un incidente automobilistico avvenuto la scorsa estate. Intanto la sua portavoce ha già annunciato che uno dei legali «si sta già recando alla corte d'appello per presentare il ricorso».