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martedì 1 giugno 2021

Heidi Klum in guerra col padre per i diritti (commerciali) su Leni, la figlia di Briatore

Tra Heidi Klum e suo padre Gunther è guerra aperta: la modella ha intrapreso una battaglia legale contro il papà, che rischia di finire in carcere.  Al centro della faida familiare c'è Leni, o meglio il suo nome che il signor Klum ha registrato come marchio presso l’Unione Europea senza il consenso della figlia. Una questione di copyright commerciale, che rischia di strappare per sempre i rapporti già tesi.

Leni è la figlia 17enne che Heidi ha avuto da Flavio Briatore. A quanto pare, Gunther avrebbe registrato sia il nome della ragazza che il suo soprannome Mausekatze (in italiano: topogatto), come dimostrato da un documento che lui stesso ha pubblicato su Instagram. Heidi avrebbe quindi deciso di fare causa al genitore, così da potersi appropriare dei diritti del marchio che porta il nome di sua figlia. Secondo quanto dichiarato dall'avvocato della super modella al giornale tedesco Bild, il padre rischia un’ingiunzione che, se accolta, gli costerebbe 250mila euro o sei mesi di carcere. D'altro canto Klum si difende, sostenendo  di essersi sempre occupato della registrazione commerciale dei marchi per la famiglia e di aver agito come da prassi.

I rapporti tra Gunther e Heidi sono stati idilliaci fino al 2019. Al padre però non è mai andata giù la decisone di sua figlia di sposare Tom Kaulitz, di 17 anni più giovane di lei. Negli ultimi anni la tensione è andata crescendo e, se non dovessero trovare un accordo in famiglia sullo sfruttamento commerciale del nome di Leni, potrebbero ben presto finire davanti al giudice.

martedì 20 aprile 2021

Pubblica una foto nuda insieme al figlio, attrice condannata a tre mesi di carcere per abusi sui minori

Un'attrice ha posato nuda con suo figlio ed è stata arrestata. Rosemond Brown, meglio conosciuta come Akuapem Poloo, 31enne del Ghana, è stata condannata a 90 giorni di reclusione dopo aver condiviso sui suoi social una foto che la mostrava nuda davanti al figlio piccolo. La donna è stata accusata di abusi e per questo condannata.

È stata anche condannata per aver commesso «violenza domestica che mina la privacy di un'altra persona o potrebbe danneggiare la dignità e l'autostima di qualcuno». Nello scatto, poi rimosso, la donna è nuda, ha il seno coperto dai capelli ed è accovacciata a terra mentre guarda il bambino che indossa solo delle mutandine. Voleva essere il suo uno scatto che riassume l'amore materno, ma in realtà le è costato molto caro.

Il giudice ha stabilito che sono in crescita i casi di nudi sui social anche di minori. La sentenza però ha portato con sé molte polemiche. Una di queste è quella della rapper Cardi B, 28 anni, ha twittato ai suoi 18 milioni di follower: «Ho visto molti americani fare servizi fotografici in questo modo. Anche se non è il mio stile, non penso che stesse veicolando un messaggio sessuale. Penso che la prigione sia un po' dura. Forse la libertà vigilata sui social media o il servizio alla comunità».

martedì 30 marzo 2021

Fabrizio Corona, la diagnosi choc dello psichiatra Meluzzi: «In carcere può suicidarsi». E Adriano Celentano scrive ai giudici

«Il problema di Fabrizio Corona è clinico. La sua storia clinica non è mai stata sufficientemente approfondita. Se qualcuno non si occuperà di lui rischia molto, di morire, di suicidarsi». Sono le parole dello psichiatra, criminologo Alessandro Meluzzi, a Live - Non è la d'Urso. Non usa mezzi termini, palesando davvero il rischio che possa ammazzarsi. Qual è la malattia di cui soffre Fabrizio Corona? «È la sindrome bipolare con personalità borderline, appunto un malattia che comporta anche il tentativo di suicidio».

E Adriano Celentano scrive un’altra lettera sul caso Fabrizio Corona sui suoi profili social. È la seconda. Stavolta non si rivolge all’ex re dei paparazzi, ma direttamente ai giudici: «Cari giudici di Corona. Con un tipo un tantino esuberante come Fabrizio forse anch’io, nei vostri panni, avrei perso la pazienza... Ma poi non avrei dimenticato che sono un giudice... E un giudice non può essere schiavo delle proprie antipatie personali», scrive il molleggiato.

Che prosegue: «Mi rendo conto che non è facile separare certi sentimenti. Però, non fino al punto da non tener conto degli stati d'animo di un condannato. Specie se questi riguardano aspetti gravi della sua salute. Un comportamento il vostro, che nel sentire comune degli italiani, risulta come un vero e proprio accanimento su una persona alquanto DISPERATA e tremendamente indebolita per le sue condizioni instabili. Senza poi dimenticare che l’ACCANITO, ridendo e scherzando, ha già scontato 8 anni di carcere. Capite che tutto ciò, stride VIOLENTEMENTE con una giustizia dove purtroppo non si contano i casi in cui al posto di un sano ERGASTOLO, si lasciano liberi individui che fanno a PEZZI le persone». Il caso Corona continua a tener banco e a dividere.