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lunedì 16 novembre 2020

Paolo Mengoli, il dramma e lo sfogo sulla figlia a Domenica Live: «Non sono il padre...»

Uno spazzolino. È stata questa la prova che ha permesso a Paolo Mengoli, dopo vent’anni, di scoprire che non è il padre di quella che ha cresciuto come sua figlia. Il cantante poi ha chiesto - e ottenuto - il disconoscimento.

Aveva notato comportamenti strani da tempo. Un giorno, dopo il divorzio di Mengoli dalla moglie, la ragazza, ormai ventenne, gli dice: «“Tu non sei mio padre”, poi si è corretta, “Tu non sei un padre”».


Quella frase gli rimane in testa.

«Io l’ho vista nascere, veniva con me negli studi televisivi, era diventata la mascotte della Nazionale Cantanti. Non l’ho più vista dal 2008. Neanche sentita. Una volta, l’ho chiamata per sbaglio, ma poteva essere l’occasione per parlare, le ho detto che mi ero sbagliato e lei: sì, sì, ti sei sbagliato, ciao».

Mengoli è evidentemente scosso. Ha gli occhi lucidi. La ferita è ben viva.

«Nel 2007 c'è stata la morte del papà della madre, ho notato un viavai da casa, un bel giorno ricevo una telefonata di condoglianze. Non mi avevano detto nulla. Le ho fatto le condoglianze. Dopo un po’ ricevo una telefonata di mia figlia: “che non ti venga di venire al funerale, perché sei persona sgradita”».

Su consiglio della moglie attuale, avvocato, un giorno incontra la ragazza e prende le prove. In quell’incontro lei gli grida contro, dicendo di voler tornare a vivere nella loro casa, poi lo denuncia.  Mengoli fa analizzare lo spazzolino.

«Ho fatto il test del DNA. Sono state chiamate entrambe e fare la prova del Dna, non si sono mai presentate. Ho fatto il disconoscimento della paternità perché non mi sentivo amato. Bastava una frase. Bastava che dicesse: anche se non sei mio padre, per me lo sei».

Crede che la moglie lo sapesse?, domanda Barbara D’Urso.

«Penso che lei lo sapesse da subito».  

E la ragazza?

«Penso che alla figlia lo abbia detto subito dopo la richiesta di separazione».

Il dolore è forte.

«Perché me lo ha nascosto per vent’anni? Ero io che portavo avanti la famiglia. Ho vissuto una menzogna per vent’anni. Mi sono sentito anche truffato».

Mengoli non vede più la ragazza.

«Lo ha deciso lei. Oggi non la vorrei vedere. Mi ha denunciato due volte, senza motivo…. ». 

domenica 18 ottobre 2020

Paolo Mengoli, il suo dramma a Storie Italiane: «Ho scoperto di non essere il padre naturale di mia figlia». Eleonora Daniele incredula

Rivelazione inaspettata di Paolo Mengoli nella puntata di Storie Italiane di oggi, su Rai1. Ospitato in studio da Eleonora Daniele, il cantante Paolo Mengoli si è lasciato andare facendo una confessione del tutto inattesa, che ha lasciato senza parole sia la conduttrice che gli altri ospiti. “Dopo quasi venticinque anni ho scoperto di non essere il padre biologico della figlia che ho cresciuto. C’è stata anche una sentenza a riguardo” ha dichiarato, lasciando di sasso Eleonora Daniele.

“Mi porto dietro questo segreto da anni, non l’ho mai detto a nessuno […] Ho cresciuto mia figlia pensando di essere suo padre. Nel 2009 ho avuto le prove: non era mia figlia. Da quel momento la cosa è finita in tribunale e si è protratta fino al 2015, quando anche una sentenza ha deciso che non ero il padre biologico” ha raccontato Paolo Mengoli con le lacrime agli occhi, rivelando inoltre: “Non ho più alcun rapporto con quella che credevo fosse mia figlia, è stata una sua decisione quella di interrompere i rapporti, eppure io l’ho amata all’inverosimile. Oggi ha 35 anni”.

Con molto tatto e discrezione, Eleonora Daniele, visibilmente in difficoltà, gli ha chiesto come ha scoperto il tutto. “Dopo una serie di comportamenti strani, sono stato indotto a fare degli accertamenti, fino a richiedere il disconoscimento di paternità. Ho anche fatto eseguire di nascosto il test del DNA” ha dichiarato, facendo calare il gelo in studio. “Mi sono portato dentro questo macigno per anni” ha poi concluso. Eleonora Daniele, rimasta di stucco, lo ha abbracciato virtualmente, invitandolo a tornare in una delle prossime puntate di Storie Italiane per raccontare tutta la vicenda con più calma e maggior chiarezza, soprattutto perché sono coinvolte anche altre persone.

domenica 24 maggio 2020

Ammettono di praticare autoerotismo durante le ore di smart working: i dati del sondaggio

Lo smart working incentiverebbe l'autoerotismo. Secondo un recente sondaggio sui comportamenti sessuali durante il lockdown, il 35% degli uomini e il 17% delle donne si masturbano mentre "lavorano da casa". Con la pandemia da coronavirus e le restrizioni imposte in tutto il mondo, milioni di persone sono state costrette a lavorare da casa e a vivere lontano dai partner. Il sito di accessori e regalistica online australiano Yellow Octopus ha deciso di effettuare un sondaggio per registrare il fenomeno.


Il sondaggio si basa sulle interviste a più di mille persone tra Stati Uniti, Australia, Regno Unito e Canada a proposito del loro comportamento durante le ore di lavoro da casa. I ricercatori si sono soffermati sulle modalità con cui hanno trascorso il proprio tempo. E sembra che il cibo non sia stato l'unico conforto. Molti dipendenti in isolamento hanno praticato sesso fai da te o sexting nelle ore di lavoro. Un quarto di chi ha ammesso di aver praticato autoerotismo ha dichiarato di essersi sentito in colpa dopo averlo fatto.

Fra gli intervistati, il 35% degli uomini e il 17% delle donne ha ammesso di aver praticato autoerotismo durante le ore di lavoro e soltanto un quarto di loro si è sentito in colpa per averlo fatto. Circa un quarto ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni, mentre le fasce di età da 45 a 54 anni e da 55 a 64 rappresentano entrambe circa il 21% dei casi, con un 8,3% tra i 65 e i 74 anni. Gli uomini, inoltre, hanno confessato di aver guardato video porno durante le ore di lavoro tre volte in più rispetto alle donne. Per alcuni queste pratiche potrebbero aumentare la produttività per gli ormoni in circolo e per l'effetto di allentare la tensione.